Venezia, Chiesa di San Francesco della Vigna , 27 aprile 2004 ore 18.30
Concerto corale

80° anniversario della Fondazione del
Liceo Scientifico G.B. Benedetti di Venezia
Programma

Giacomo Carissimi (1604 - 1674)
Jephte
Oratorio per soli, coro a sei voci e basso continuo
Sabina Spera, soprano
Edna Strenja, alto
Elvis Fanton, tenore
Gianluca Tumino, basso


Judicium Extremum
Oratorio per soli, tre cori, orchestra e b.c.
Lucia Raicevich, Sabina Spera, soprani
Eugenia Zuin, contralto
Fabio Comberlato, tenore
Francesco Zane, Gianluca Tumino, bassi

Piergiorgio Freddi, violoncello
Nicoletta Ciatara, organo
Vincenzo Piani, cembalo

Coro e Orchestra dell'Università Ca' Foscari di Venezia

Coro del Liceo Benedetti di Venezia

Direttore: Vincenzo Piani


Giudizio Universale (Giotto, Cappella degli Scrovegni)

Con l'esecuzione dell'oratorio Jephte di Giacomo Carissimi, l'Associazione Musicale dell’Universita’ Ca’ Foscari, affiancata dal nuovo Coro del Liceo Benedetti di Venezia, propone a S. Francesco della Vigna un appuntamento interamente dedicato al compositore romano, con la rappresentazione, accanto allo Jephte, dell'oratorio assai meno conosciuto Judicium Extremum.

Vincenzo Piani

Nelle note d'ascolto, Vincenzo Piani ci illustra brevemente la natura dell'opera: "L’Oratorio Judicium Extremum", tratto quasi alla lettera dal Vangelo di Matteo, è scritto per un organico abbastanza vasto e complesso. Compaiono in esso vari personaggi: il Profeta, il Cristo, un narratore, angeli, giusti e peccatori. Accanto ad essi troviamo tre potenti affreschi corali a undici voci divise in tre cori, che commentano l’azione del giudizio. L’Oratorio si divide sostanzialmente in due parti: nella prima, dopo una breve introduzione in cui Cristo ordina agli Angeli di radunare gli eletti, un intervento corale raffigura in maniera poderosa l’azione degli Angeli, che intervengono poi a richiamare i morti per il giudizio; segue poi una parte corale di riflessione sul terribile ultimo giorno. Nella seconda parte, ancor più drammatica, i giusti vengono separati dai peccatori. Particolarmente toccante la domanda di questi ultimi a Cristo:
“Signore, quando ti abbiamo visto affamato, assetato, nudo, ammalato o in carcere e non ti abbiamo aiutato?”, domanda sottolineata dalla figura retorica della pathopoeia, progressione melodica del basso per intervalli di seconda minore. A conclusione, i cori ripetono la riflessione sul giorno del giudizio e sulle sue conseguenze."
Opera di grande forza espressiva, lo Judicium sottopone il testo del Vangelo a un trattamento musicale assai variegato, in cui accanto al rigore polifonico di un modello "alto", che ricorda molto da vicino lo stylus recitativus delle composizioni devozionali di Heinrich Shutz, adotta nell'uso delle dissonanze una sensibilità accordale tutta "moderna", avvicinabile alle soluzioni armoniche della Seconda pratica monteverdiana.
Ad esempio, chiamato a rendere musicalmente l'effetto drammatico delle parole con cui il coro esprime lo sconcerto dell'uomo per la terribile inappellabilità del giudizio divino ("
Quanto grande, quanto amaro sarà il giorno estremo, in cui il Signore verrà per giudicarci!"), il maestro romano non scolpisce l'affectum sonoro delle singole espressioni verbali, costruendo piuttosto un affresco tonalmente più diluito, di grande impatto espressivo (come si può ascoltare nel breve esempio sonoro riportato qui a lato).

Giacomo Carissimi (1605 - 1674)

Judicium Extremum: 'Quam magna, quam amara...' (battute 278 - 289)

Piergiorgio Freddi

Va detto che la sensibilità moderna, schiettamente tonale, tenderebbe qui a sbilanciare il baricentro della percezione nella risoluzione delle dissonanze in modo maggiore, con uno strano effetto di "lieto fine" che invece doveva mancare del tutto all'orecchio di un ascoltatore secentesco, sintonizzato piuttosto sul rapporto fra l'effetto dissonante, acusticamente avvertito come anomalo, e il senso drammatico del relativo passaggio testuale.
Nel cast dei solisti, per l'occasione, da segnalare la presenza di un soprano di grande talento come
Lucia Raicevich, da sempre a suo agio nel repertorio rinascimentale e barocco; la solida tecnica di Fabio Comberlato, tenore di grande esperienza concertistica; infine le doti vocali del basso Francesco Zane, la cui ben nota vivacità sul registro grave sembra prefigurare qui un "Cristo" di grande spessore espressivo.
Ecco di seguito il testo integrale dell'opera, nell'originale latino e nella traduzione italiana.
PROPHETA – Aspiciebam in visione noctis, et ecce in nubibus caeli Filius homonis veniebat cum protestate magna et maiestate, iudicaturus orbem terrarum in iustitia, dicens:
CHRISTUS – Ite, ite Angeli mei, cum tuba et voce magna, et congragate electos meos a quatuor ventis, a summis Coelorum usque ad terminus eorum.
SOLI ET CHORI – Tunc, horribili sonitu, tubae clangentes vocabunt gentes, et a sepulcris excitabunt Angeli.
Vocis fragore, tubae clangore, mugiet terra, resonabunt aethera.

ANGELI – Surgite, mortui ; venite ad iudicium.
ANGELUS PRIMUS – Surgite primis qui obdormistis in Domino, surgite sancti et electis Dei, ut rapiamini obviam Christo in aëra.

ANGELUS SECUNDUS – Congragamioni populi, consurgite gentes, et discendite in vallem Josaphat et ubi Dominus vobiscum disceptabit.
ANGELI – Surgite, mortui ; venite ad iudicium.
ANGELUS PRIMUS – State omnes ante tribunal Christi, rationem reddituris de malis et bonis quae in saeculo gestistis.
ANGELUS SECUNDUS – Plangite, omnes tribus terrae, et videte Filium hominis sedentem a dextris virtutis Dei, secundum opera sua.

SOLI ET CHORI – Quam magna, quam amara, quam terribilis erit dies novissima, cum advenerit Dominus ad iudicandum nos.
Sol obscurabitur, luna obtenebrabitur, totus stellifer coeli inflammabitur, de caelo cadent sidera.
Arescent fontes, arescent flumina, arescent aequora, coeli regia concidet, mundi machina corruet.

HISTORICUS – Tunc, aperitis coelis, ministrantibus Angeli, considentibus Apostolis, in sole maiestatis suae Christus apparens dicet:
CHRISTUS – Congregate, Angeli mei, ante me omnes gentes.
Separate eos ab invicem, sicut pastor segregat oves ab haedis, et statuete oves a dextris, haedos autem a sinistris.
ANGELI – Iusti separentur ab impiis; stent a dextris electis, consistant a sinistris peccatores, ut secundum opera sua retibutionem aut poenam recipiant.
IUSTI – Ecce nos, pro te, Domine, bonum certamen certavimus, cursum consummavimus, fidem servavimus.
Redde ergo nobis, iustus Iudex, repositam nobis a te coronam iustitiae.
CHRISTUS – Venite, benedicti Patris mei, possidete paratum vobis regnum a constitutione mundi.
Vos autem, qui a sinistris meis estis, discedite a me, maledicti, in ignem aeternum.
PECCATORES – Cur in aeternum irasceris nobis, Domine ? Quare sic repente praecipitas nos in profundum?
CHRISTUS – Quare exurivi, sitivi; nudus, infirmus aut in carcere eram; nec mihi cibum, potum aut vestem dedistis.
PECCATORES – Domine, Quando te vidimus exurientem, sitientem, nudum, infirmum, aut in carcere, et non ministravimus tibi?
CHRISTUS – Quod non fecistis uni de minoribus his, nec mihi fecistis.
Ite, ergo, maledicti in ignem aeternum, qui paratus est Sathanae et angelis eius.
CANTUS PRIMUS – O vox nimium tremenda !
Vox Horrenda
Creatoris iudicantis,
Peccatores condemnantis!
CANTUS SECUNDUS – O vox tristis et funesta,
qua gens reproba et scelesta,
in perpetuum maledicta,
aeternis erit ignibus addicta !
SOLI ET CHORI – Quam magna, quam amara, quam terribilis erit dies novissima, cum advenerit Dominus ad iudicandum nos.
Sol obscurabitur, luna obtenebrabitur, totus stellifer coeli inflammabitur, de caelo cadent sidera.
Arescent fontes, arescent flumina, arescent aequora, coeli regia concidet, mundi machina corruet.
Versione italiana
 
PROFETA – Guardavo in una visione notturna, ed ecco sulle nubi del cielo il Figlio dell’uomo veniva con grande potenza e maestà per giudicare tutta la terra nella giustizia, dicendo:
CRISTO – Andate, andate Angeli miei, con la tromba e a gran voce, e radunate i miei eletti dai quattro venti, dalla sommità dei cieli fino ai loro confini.
SOLI E CORI – Allora, con orrendo suono, le trombe squillanti chiameranno le genti e gli Angeli le spingeranno fuori dai sepolcri.
Per il fragore della voce, per lo squillare della tromba la terra rimbomberà, gli spazi risuoneranno.
ANGELI – Alzatevi, o morti; venite al giudizio
PRIMO ANGELO – Alzatevi per primi voi che vi addormentaste nel Signore, alzatevi , santi ed eletti di Dio, per essere sollevati in aria incontro a Cristo.
SECONDO ANGELO – Riunitevi, o popoli, alzatevi, o genti, e discendete nella valle di Josafat dove il Signore deciderà di voi.

ANGELI – Surgite, mortui ; venite ad iudicium.
PRIMO ANGELO – Fermatevi tutti davanti al tribunale di Cristo, per rendere conto del male e del bene che avete fatto nel mondo.
SECONDO ANGELO – Piangete, popoli tutti della terra, e guardate il Figlio dell’uomo che siede alla destra della potenza di Dio, secondo i suoi meriti.
SOLI E CORI – Quanto grande, quanto amaro sarà il giorno estremo, in cui il Signore verrà per giudicarci.
Il sole si oscurerà, la luna piomberà nelle tenebre, si infiammerà tutto il cielo stellato, le stelle cadranno dal cielo.
Le fonti inaridiranno, si seccheranno i fiumi, si prosciugheranno i mari, le corti del cielo precipiteranno, il congegno del mondo andrà in rovina.
STORICO – Allora, aperti i cieli, mentre gli Angeli serviranno, con gli Apostoli assisi insieme, apparendo nello splendore della sua maestà Cristo dirà:
CRISTO – Riunite davanti a me, Angeli miei, tutte le genti.
Separate le une dalle altre, come il pastore separa gli agnelli dai capretti e mettete gli agnelli a destra, i capretti invece a sinistra.
ANGELI – I giusti siano separati dagli empi; stiano a destra gli eletti, stiano a sinistra i peccatori, affinché secondo le loro opere ricevano il premio o la pena.
GIUSTI – Ecco, noi per te, Signore, combattemmo una buona battaglia, compimmo la corsa, conservammo la fede.
Concedici dunque, o giusto Giudice, la corona di giustizia che ci hai riservato.
CRISTO – Venite, benedetti dal Padre mio, possedete il regno preparato per voi dall’origine del mondo.
Voi invece, che state alla mia sinistra, allontanatevi da me, maledetti, nel fuoco eterno.
PECCATORI – Perché per l’eternità sarai adirato con noi, o Signore? Perché così d’un tratto ci precipiti nel profondo?
CRISTO – Perché avevo fame e sete, ero nudo, infermo o in carcere e non mi avete dato da mangiare, né da bere, né una veste.
PECCATORI – Signore, quando ti abbiamo visto affamato, assetato, nudo, ammalato o in carcere e non ti abbiamo aiutato?
CRISTO – Ciò che non avete fatto a uno di questi più piccoli, non l’avete fatto neppure a me.
Andate dunque, maledetti, nel fuoco eterno, che è stato preparato per Satana e per i suoi angeli.
PRIMO SOPRANO – O voce troppo terribile!
O voce tremenda
del Creatore giudice,
che condanna i peccatori!
SECONDO SOPRANO – O voce triste e funesta, con cui la gente reproba e scellerata, maledetta per sempre, sarà condannata al fuoco eterno!

SOLI E CORI – Quanto grande, quanto amaro sarà il giorno estremo, in cui il Signore verrà per giudicarci.
Il sole si oscurerà, la luna piomberà nelle tenebre, si infiammerà tutto il cielo stellato, le stelle cadranno dal cielo.
Le fonti inaridiranno, si seccheranno i fiumi, si prosciugheranno i mari, le corti del cielo precipiteranno, il congegno del mondo andrà in rovina.

coro repertorio calendario coristi gallery prima pagina webmaster